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mercoledì 11 novembre 2009

Hulk: The End di Peter David e Dale Keown (prima parte)


Questa settimana nella collana Super eroi - Le grandi saghe è uscito un volume che contiene Wolverine: The End di Paul Jenkins e Claudio Castellini, Hulk: The End di Peter David e Dale Keown e Punisher: The End di Garth Ennis e Richard Corben.
Per l'occasione ripropongo un vecchio articolo su Hulk: The End.

Fra le tante iniziative interessanti ideate da Joe Quesada nel corso della sua ormai lunga e fruttuosa gestione della casa editrice Marvel c'è The End, una serie di fumetti in cui viene raccontata la fine dei personaggi della Casa delle Idee. Il compito di descrivere gli ultimi giorni di Hulk non poteva che essere affidato a Peter David, scrittore che ha narrato le gesta del mostro verde per ben dodici anni dal 1987 al 1998, affiancato per l'occasione da Dale Keown, disegnatore che negli anni '90 ha condiviso in parte il percorso di David su The Incredible Hulk.

Peter David descrive un incubo a occhi aperti in cui la Terra, devastata dalle bombe gamma, è diventata una landa semidesertica illuminata da un sole che, filtrato dalle polveri alzate nell’atmosfera, emana una luce pallida e verdognola. La corsa sfrenata dell'umanità sulla strada della tecnologia si è conclusa in modo catastrofico e l'illusione di dominare il pianeta si è rivelato vano e malato. Gli unici esseri viventi sopravvissuti a questa follia post atomica sono un uccellino consumato dalle radiazioni, sciami di scarafaggi mutati e due uomini che condividono lo stesso corpo, Bruce Banner e Hulk.

Banner è uno scienziato ormai prossimo alla fine mentre Hulk è un mostro verde e muscoloso in piena forma. A un primo sguardo i due sembrano completamente diversi: un dottore razionale e intelligente che vive con il peso di trasformarsi in un energumeno impulsivo, stupido e violento.
Bastano però poche vignette per accorgersi che la diversità fra i due è solo apparente; entrambi infatti compiono un gesto che mostra affinità d’animo. Entrambi schiacciano uno scarafaggio. In modo diverso, certo: Banner è debole, cammina a malapena, e per uccidere si serve del bastone, mentre Hulk non risparmia un briciolo della sua forza nonostante l’avversario sia piccolo e insignificante. Quello che conta però è che lo uccidono.
"Padrone di tutto ciò che mi circonda. Ecco cosa sono", così Banner commenta l’uccisione.
Nonostante l’uomo sia stato capace di devastazioni e violenze immense che hanno ridotto la Terra a un cumulo di macerie, Banner non ha placato la brama di uccidere che contraddistingue la sua specie e se la prende con uno dei pochi esseri viventi risparmiati dalla furia atomica. Con quel gesto Banner dimostra di essere malvagio in una misura che solo gli uomini riescono a raggiungere.

Fine prima parte.
Clicca qua per leggere la seconda parte dell'articolo.

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